FRINGE BENEFIT: INDIETRO TUTTA. UN MALE O UN BENE?

La Legge di Stabilità 2022 non ha portato all’adeguamento definitivo della soglia di esenzione fiscale e previdenziale dei fringe benefit (Art. 51, c. 3 TUIR). L’asticella è stata riportata al previgente valore pari a €. 258,23 e l’innalzamento della soglia (a €. 516,46) disposto dalla disciplina emergenziale era (ed è rimasto) temporaneo.

FRINGE BENEFIT: INDIETRO TUTTA. UN MALE O UN BENE?

La Legge di Stabilità 2022 non ha portato all’adeguamento definitivo della soglia di esenzione fiscale e previdenziale dei fringe benefit (Art. 51, c. 3 TUIR). L’asticella è stata riportata al previgente valore pari a €. 258,23 e l’innalzamento della soglia (a €. 516,46) disposto dalla disciplina emergenziale era (ed è rimasto) temporaneo.

È un bene o un male?

Per alcuni è un’occasione mancata. I #fringebenefit sono uno strumento facile da utilizzare per le aziende ed i lavoratori e poi c’è un aspetto più generale: l’elevazione della soglia di esenzione avrebbe potuto rappresentare un’opportunità per il Paese perché capace di generare un incremento della domanda di beni e servizi.

Ciò detto non può però negarsi che questi strumenti siano espressione di una componente del Welfare Aziendale (WA) che meno ha a che fare con le finalità sociali cui invece si deve guardare per fornire risposte ai bisogni più rilevanti dei lavoratori.

Certo, con un importo più elevato anche i fringe benefit potrebbero essere destinati al sostegno di spese socialmente più significative, ma resta il fatto che la tipologia delle soluzioni adottate per riconoscere questo benefit spingano verso acquisti di carattere più voluttuario.

In sostanza non è alzando la soglia di deducibilità di questa “voce” del budget individuale di welfare che lavoratori e imprese avrebbero un incentivo più robusto per investire maggiormente nel WA propriamente inteso. 

Perché questo avvenga occorre che vi sia una cultura della relazione con i lavoratori che li consideri come persone portatrici di necessità individuali e familiari, capace – su questa base – di attivare processi di emersione dei bisogni e di costruzione delle relative risposte che, tradotte in un set di servizi, possa poi comporre il menu delle soluzioni offerte dall’impresa ai suoi collaboratori.

 

Per questo è essenziale progettare un Piano di WA a partire dalla rilevazione dei bisogni e poi gestirlo sulla base di soluzioni, anche tecnologiche (piattaforme), realmente disegnate su quelle necessità e coordinate alle strategie aziendali di people management.

 

La piattaforma, quindi, è tutt’altro che una commodity, ma uno strumento “sartoriale” che solo un Provider proprietario del portale è in grado di realizzare.

Welfare4You è un Provider “puro” (classificazione ALTIS-Università Cattolica), proprietario delle piattaforme che offre alle imprese e alle associazioni datoriali presenti sul territorio nazionale, ognuna diversa perché “cucita” sulle reali necessità dei lavoratori e delle aziende.

 

Hai già un Provider e un Piano di WA?  Scopriamo insieme come migliorarlo. Non hai ancora un progetto per il benessere dei tuoi collaboratori? In entrambi i casi scrivi a: WelfareInsight@welfare4you.it

 

Il prossimo “Welfare Insight” lo troverai qui il 16 febbraio 2022

 

Per rileggere i nostri post precedenti: https://www.welfare4you.it/blog/

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